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TRE BRESCIANI... PELLEGRINI - il Diario

   

Lago di Vico

Un gruppo di rilievi a profilo conico sono ora gli antichi vulcani del Pleistocene
Il Vulcano Vicano, in parte tutelato dalla riserva naturale, è il più recente, essendosi sviluppato tra 800.000 e 100.000 anni fa, circa.

Il bacino attuale di Vico, più piccolo di quello antico a causa della realizzazione di un canale "di sfioro" delle acque riaperto nel XVI secolo, ha una superficie di circa 1200 ettari ed una profondità media di 22 metri (la massima è di 45 m). La cerchia di rilievi che racchiude il bacino su tre lati ha le sue cime più alte nel Monte Fogliano di 965 m e nel Poggio Nibbio di 896 m.
La ricchezza in minerali del suolo e la forte umidità atmosferica hanno consentito lo sviluppo di una lussureggiante copertura vegetale che formava sino all'epoca romana l'impenetrabile e "orrenda" Sylva Cimina.

Testimonianza dell'antica foresta sono certamente la faggeta "depressa" di Monte Fogliano, con esemplari d'alto fusto a portamento colonnare e il bosco con orniello, carpino, nocciolo, cerro, rovere, castagno, agrifoglio e faggio di Soriano.

 

Attratti dal poter mettere i piedi a mollo nel lago scendiamo lungo una strada che, in breve, ci rendiamo conto va esattamente nel senso opposto a quello che ci serve.. per di più è in forte discesa e ciò comporterà la inevitabile risalita. Arriviamo ad un campeggio che sfruttiamo per la sosta di mezza mattina e sotto un sole cocente costeggiamo il lago che però è inaccessibile anche alla vista nascosto com'è da una infinita piantagione a noccioleti. Tirandoci legnate nella schiena arriviamo finalmente a riprendere la strada originaria dopo aver risalito il catino del vulcano... Il lago di Vico è meglio visto dall'alto!!

 


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